E’ in atto una polemica piuttosto vivace dopo un’intervista rilasciata da Giovanni Pitruzzella , presidente dell’Autorità per la concorrenza, rilasciata al Financial Times sulle bufale nel web e sulla necessità di "una rete di organismi nazionali indipendenti capace di identificare e rimuovere le notizie false". Per il garante "la Post - verità in politica è uno dei driver del populismo e una delle minacce alla nostra democrazia”.
Una dichiarazione che si colloca nel solco del perbenismo soggiacente al potere. Potere capace di inventarsi davvero bufale che nessuno persegue pur di mantenersi in sella con tutti i privilegi del caso. La dichiarazione di questo signore si inserisce perfettamente in questo quadro di sostanziale piaggeria.
Tanto per cominciare è la frase stessa che dovrebbe essere presa in esame in maniera molto critica.
Che cosa significa “driver del populismo” e “minaccia alla nostra democrazia”.
“Nostra”, sarà la democrazia del signor Pitruzzella.
Quella “democrazia” che ignora completamente nel suo giudizio le bugie patenti e palesi raccontate dai governi e dai grandi organi di informazione, giornali e TV, allo scopo evidente di manipolare l’opinione pubblica.
Non inoltriamoci più di tanto sulla scena internazionale, anche se ce ne sarebbe da dire e da scrivere: ad esempio per quel che riguarda le guerre in Medio Oriente. Che fine ha fatto la presa di Mosul strappata all’ISIS che sembrava già fatta un mese fa? Perché non si dice la verità sull’esito della guerra in Siria? La situazione libica, dove si sono puntate tutte le carte sul governo Serraj, a che punto è: è vero o non è vero che i russi si sono impadroniti di tutta la zona petrolifera e il generale Haftar, appoggiato dagli egiziani, avanza e che, di conseguenza, tutta la politica degli occidentali in questo settore è risultata tragicamente sbagliata?
Fermiamoci a questo punto, anche perché si sa che quando si tratta di riferire di guerre la verità è sempre relativa e che le ritirate sono sempre state definite “assestarsi sulle posizioni prestabilite”.
Verifichiamo, allora, alcune questioni riguardanti il piano interno:
1) Come è stata trattata, dai grandi giornali e dalle TV, la questione delle banche, e in particolare la vicenda MPS? Perchè fino all’ultimo minuto si è raccontata la favola della “soluzione di mercato” per la raccolta di 5 miliardi, quando questa soluzione appariva evidentemente impossibile e i 5 miliardi erano, come ha poi stabilito la BCE, molti di più? Perché adesso si lamenta un evidente ritardo nell’intervento statale quando per mesi lo si è negato strombazzando appunto il “mercato”, il fondo sovrano del Qatar, il “piano” di JP Morgan (quello delle Costituzioni “socialiste” nel sud Europa)? Perché questo inganno prolungato senza che nessuno o quasi abbia tentato di introdurre elementi non diciamo di dissenso ma almeno dialettici? E le responsabilità “in vigilando” della Banca d’Italia messe così chiaramente in luce dalla più recente sentenza riguardante Banca Etruria?
2) Perché, nell’occasione del referendum costituzionale al riguardo del quale la maggioranza delle elettrici e degli elettori si è pronunciato come sappiamo bene per il “NO”, è stato dato ampio spazio a evidenti falsità quali quelle riguardanti una presunta semplificazione del procedimento legislativo tra Camera e Senato e si è permesso (salvo alcune eccezioni) che fosse raccontata la favola del superamento del bicameralismo che assolutamente non esisteva nei fatti, presentandolo come una fonte di risparmio per 500 milioni di Euro? Chi raccontava queste cose non avrebbe dovuto essere perseguito come “driver del populismo” e “minaccia alla nostra democrazia”?
3) Che dire, ancora della realtà del mondo del lavoro nel nostro Paese. Una jungla di precariato, pagamenti a ore, assenza di tutele anche minime, libertà assoluta di licenziamento (addirittura possibile anche in base a logiche di profitto) presentata come semplificazione e aiuto alle imprese, senza che sia stata creata una benché minima possibilità di accrescimento della base produttiva. Perché nei dati riguardanti il rapporto occupazione / disoccupazione sono calcolati anche coloro che hanno lavorato stagionalmente per poche ore come se avessero svolto attività lavorativa a tempo pieno? Anche raccontare le cose in questo modo non è forse “deriva populistica”?
4) Un ultimo punto, per esigenze di economia del discorso. Si discute molto della condizione precaria delle finanze degli Enti Locali. A parte la piccola questione di aver già dato per spacciate sul piano costituzionale le Province, e tutti più o meno si sono accodati, nessuno chiede che siano conteggiati e resi pubblici i conti dei Comuni e degli altri enti locali sul terreno della sottoscrizione dei derivati e della “finanza creativa”. Si tratta di un buco enorme nel deficit complessivo totalmente ignorato.
Ci fermiamo a questo punto, dopo aver affrontato soltanto parzialmente questo argomento così delicato.
Certo che affermazioni come quella del pericolo democratico che arriverebbe dal web incontrollato pronunciate magari anche da chi si era espresso per il SI nel referendum, fanno paura e vanno denunciate con chiarezza perché sottendono, ancora una volta, l’informazione totalmente in mano dei manipolatori della verità come sempre si sono dimostrati i tanti interessati corifei del potere.
Cultura31 dicembre 2016 10:46